SONO UNA RAGAZZA CHE SI ARRANGIA (1999) “Un canto sommesso, tenace nell’inseguire la sua musica. La bizza che si fa sberleffo, seduzione e sfida, insegnamento amoroso e nostalgia. E poi, il sussurro di un dolore inestinguibile. E una gioia luminosa, forse…”“Carattere distintivo delle liriche di Marina Piperno è l’essenzialità semantica, corrispondente ad un rigore intellettuale che sovrintende alle modulazioni del sentire, senza per altro limitarlo od opprimerlo. Marina traduce in versi lapidari, ma non sentenziosi, un sentire complesso, che assorbe la vita nel suo molteplice porsi e che si proietta nella vita stessa con un rapporto sempre rinnovato e ricco di implicazioni e sfumature… Casa, che chiude il libro, canta le emozioni, i trasalimenti dell’anima, protetti dagli “alberi svettanti”, dal colore della distensione e dell’infinito (l’azzurro), dalla “luna d’agosto”, dalle “brezze di primavera”. Con la natura il dialogo dell’autrice è fitto, intenso. In Segreti la volontà di identificazione con essa, ben puntualizzatanei caratteri delle piante evocate, scorre in una scansione dolce e musicale che si conclude in una visione d’insieme, il giardino, sintesi emblematica di una volontà di bellezza che si traduce in dono, in bilico tra finito e infinito (“Io/ voglio essere/ il tuo giardino/ che/ sfiora i segreti del tempo…”). La natura è salvifica e compare in questa sua qualità dopo le prime 18 poesie, contraddistinte da una drammaticità più marcata, con esiti finali catartici…”(Isabella Tedesco Vergano, da Resine, ottobre-dicembre 2000)