Nell’immagine di copertina figurano i genitori di Marina Piperno che il 2 aprile 1933 si sposarono, a Roma, quando in Italia Mussolini e il regime fascista erano saldamente al potere e Hitler, in Germania, lo aveva appena conquistato. Sorridenti, felici, circondati da un parentado elegante, sembravano ignari della tempesta che avrebbe travolto il mondo e le comunità ebraiche tra pochissimi anni. Oppure sapevano e coltivavano speranze salvifiche? Nella ricostruzione di quegli anni Marina Piperno non è più soltanto il produttore che affida ad altri le incombenze testimoniali, ma è lei stessa, affrontando il massiccio archivio ereditato da suo padre Simone, a farsi ricercatrice, storica e testimone, passando davanti all’obiettivo della telecamera e assumendosi ogni responsabilità del risultato. Sgomentante è la scoperta di quanto suo padre rischiò, andando a New York in cerca di salvezza e di vita nuova, per sé e la propria famiglia, quando la vecchia madre Rachele Toscano fu rifiutata dalle autorità americane in quanto vecchia e improduttiva. Simone tornò in Italia sconfitto. Solo la fuga e il lungo nascondiglio nei sotterranei di un convento romano salvarono la sua famiglia prima della razzia del ghetto compiuta dai tedeschi il 16 ottobre 1943.
Prodotto da Marina Piperno
Con Marina Piperno, Anna Nikel-Filapeck, Katarzina Parafiniuk
Musica OIiviero Lacagnina e Riccardo Joshua Moretti. Montaggio Sara Bonatti. Fotografia, suono e regia Luigi Monardo Faccini
Durata 71’. Colore.. Betacam.